In viaggio con CIP – Sanfrecce Hiroshima, l’unione fa la forza

6 agosto 1945, ore 8:15. Il bombardiere americano Enola Gay sgancia la bomba atomica denominata Little Boy su Hiroshima. Una manciata di secondi e l’ordigno esplode, scatenando un potere distruttivo senza precedenti che in un istante polverizza qualsiasi cosa.
La storia di Hiroshima, fondata nel 1589 dal feudatario Mori Terumoto, tuttavia non si conclude così. La forza d’animo dei giapponesi ed il lavoro di gruppo fanno sì che nel giro di pochi anni la città venga completamente ricostruita, diventando un importante centro per gli studi scientifici sulla radioattività.

Oggi Hiroshima è abitata da più di un milione di persone e non presenta più rischi legati alle radiazioni. Se da un lato la città si è completamente ripresa dal bombardamento del 1945, dall’altro è ancora fortemente caratterizzata dal tragico evento. Hiroshima è infatti un simbolo dell’orrore della guerra. Ogni anno milioni di persone provenienti da ogni parte del mondo visitano i luoghi della memoria. Fra essi spicca, oltre al Museo della Pace, la Cupola della Bomba Atomica, ossia il rudere dell’unico edificio rimasto in piedi nella zona dell’esplosione, Patrimonio dell’Umanità dal 1996.
Hiroshima però è anche tanto altro: situata in riva al mare, è un importante porto commerciale, sede di un mercato ittico e di stabilimenti industriali come quelli della Mazda.
È stata proprio la casa automobilistica nipponica, presente in città dagli anni ’20 del Novecento, a dare vita alla squadra di calcio di Hiroshima.

Il Toyo Kogyo e l’età dell’oro

Corre l’anno 1938 quando la Toyo Kogyo (primo nome della Mazda) fonda il Toyo Kogyo Sakka Club come propria squadra aziendale. I colori sociali sono il bianco ed il blu navy, che verranno sostituiti negli anni ’70 da rosso e nero e negli anni ’80 da giallo e blu. Dopo la pausa forzata dovuta alla guerra, la squadra diventa uno dei principali simboli della rinascita di Hiroshima. Molti giovani sopravvissuti all’atomica infatti entrano nel club, che già nel 1947 riprende la propria attività. Grazie all’impegno comune, la squadra si rialza, così come la città.
Nel ’56 e nel ’62 il Toyo Kogyo vince i suoi primi titoli nazionali, poi nel ’65 disputa il primo campionato della neonata e semiprofessionistica Japan Soccer League.

È l’inizio dell’età dell’oro. La squadra di Hiroshima infatti si aggiudica il campionato 1965 senza mai perdere e completa uno strepitoso double vincendo anche la Coppa dell’Imperatore. Negli anni successivi i biancoblu fanno incetta di trofei, aggiudicandosi i campionati ’66, ’67, ’68 e ’70 e la Coppa dell’Imperatore nel ’67 e nel ’69. Sempre nel ’69 il Toyo incanta anche nella Coppa dei Campioni asiatica, classificandosi al terzo posto.
Negli anni ’70, a causa della crescita delle avversarie e della crisi petrolifera del ’73, di cui risente pesantemente la Toyo Kogyo, il rendimento del club cala. Non va meglio nel decennio successivo, con la squadra (rinominata Mazda SC) che incappa per due volte nella retrocessione in seconda divisione.

(Photo by Masashi Hara/Getty Images)

Nasce il Sanfrecce Hiroshima

È il 1992 quando viene istituita la J. League, il primo campionato professionistico giapponese. Fra le squadre fondatrici c’è anche la compagine di Hiroshima, che però ora non è più la squadra aziendale della Mazda. In vista dell’ingresso nella nuova competizione la casa automobilistica ha infatti coinvolto altre società nella gestione della squadra, in modo da assicurarle maggiori disponibilità economica. La quota di maggioranza va all’azienda di elettronica EDION. Il club che si iscrive alla J. League ha un nuovo colore sociale, il viola, ed un nuovo nome: Sanfrecce Hiroshima.

“San” in giapponese significa “tre” e viene accostato alla parola italiana “frecce” per richiamare un leggendario episodio di cui si rese protagonista il potentissimo feudatario Mori Motonari, che nel ‘500 dominava la zona di Hiroshima. Si narra che Motonari, preoccupato dalla possibilità che i suoi tre figli litigassero fra loro per dividersi il potere dopo la sua morte, chiese loro di spezzare prima una singola freccia e poi tre frecce insieme. La grande difficoltà nel compiere la seconda operazione fece capire ai tre figli come sia l’unione a fare la forza. Un concetto che ad Hiroshima conoscono molto bene.

(Photo by Lintao Zhang/Getty Images)

Gli emozionanti successi dell’ultimo decennio

Nonostante i cambiamenti, i risultati non arrivano. Per vent’anni il club staziona nelle zone basse della classifica, venendo anche retrocesso in J. League 2 nel 2002 e nel 2007. Nel 2012 però tutto cambia. Il Sanfrecce, 32 anni dopo l’ultimo successo, vince il campionato con ben 11 punti di vantaggio sulla seconda, il Vegalta Sendai.
L’anno dopo il campionato è molto più appassionante e combattuto: a 2 giornate dal termine, dopo una serie di avvicendamenti in testa, la classifica vede al comando gli Yokohama F·Marinos con 4 punti sugli Urawa Red Diamonds e 5 sul Sanfrecce. Sembra tutto deciso, ma nelle ultime giornate Yokohama ed Urawa realizzano la bellezza di 0 punti in due ed il Sanfrecce, autore di due vittorie, si conferma campione all’ultimo tuffo.

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Nel 2015 il format del campionato viene modificato, reintroducendo la fase finale per il titolo. Gli incontri decisivi sono fra il Sanfrecce ed il Gamba Osaka e sono vietati ai deboli di cuore. Nella finale di andata all’80’ il risultato dice 1-0 per il Gamba Osaka, ma da quel momento succede di tutto: Douglas pareggia per il Sanfrecce, due minuti dopo Konno riporta avanti i nerazzurri, che restano però in 10 uomini per l’espulsione di Oh Jae-Seok; rinvigorito dalla superiorità numerica, il Sanfrecce pareggia ancora al 91′ con Sasaki e al 96′ trova il clamoroso sorpasso con Kashiwa. Nella finale di ritorno Konno al 28′ illude il Gamba Osaka, ma al 76′ Asano consegna il titolo al Sanfrecce. Alla fine dell’anno i viola sono poi protagonisti di un exploit nel Mondiale per Club battendo l’Auckland City ed il TP Mazembe ed accedendo così alla semifinale dove il River Plate li supera di misura; nella finale per il 3° e 4° posto il Sanfrecce sconfigge il Guangzhou, conquistando così la medaglia di bronzo del torneo.

(Photo by Buddhika Weerasinghe/Getty Images)

Il Sanfrecce oggi

La squadra attuale è capitanata dal difensore 32enne Sho Sasaki, che vanta anche 9 presenze in Nazionale. Altro elemento di spicco è il mediano Toshihiro Aoyama, che con il Giappone è anche sceso in campo ai Mondiali 2014. In attacco il miglior realizzatore del campionato 2020 è stato il brasiliano Leandro Pereira, in prestito dal Matsumoto Yamaga, autore di 15 gol. Nel torneo appena concluso i viola si sono classificati all’8° posto. Ora è già tempo di pensare alla prossima stagione, per la quale i favoriti d’obbligo sono i campioni in carica del Kawasaki Frontale, capaci di trionfare nel campionato 2020 con ben 18 punti di vantaggio sulla seconda.
Per batterli occorrerà una squadra competitiva ma soprattutto compatta, perché, come sanno bene ad Hiroshima, l’unione fa la forza!