Braida: “La Cremonese una realtà, non chiamatelo miracolo”

Juventus Fagioli

(Photo by Enrico Locci/Getty Images)

La Cremonese del direttore generale Ariedo Braida tornerà nella prossima stagione a disputare il campionato di Serie A a ventisei anni di distanza dall’ultima volta. I lombardi, infatti, dopo la retrocessione della stagione 1995-1996 non avevano mai più calcato le scene del massimo campionato italiano. Un lavoro importante quello alla base del ritorno in Serie A del club grigiorosso come ha tenuto a sottolineare Braida durante un’intervista concesso al Mundo Deportivo. Di seguito ecco un estratto delle sue dichiarazioni.

Braida
(Photo by Enrico Locci/Getty Images)

Braida: “La Cremonese in A è una soddisfazione impressionante”

“Dopo 27 anni tra Serie B e Serie C, è una gran felicità per il club, la città, la tifoseria, la squadra e la proprietà”.

“Quello che siamo riusciti a fare non è un miracolo, così come non lo è per il Lecce. La Serie B è molto complicata, ci sono squadra incredibili, dalla grande storia. Ce l’abbiamo fatta grazie a un grande allenatore e un organico fantastico. Un anno e mezzo prima eravamo ultimi in classifica, in quel momento chi l’avrebbe mai detto che saremmo riusciti a riportare la Cremonese in Serie A. Quello che siamo riusciti a fare rappresenta per me davvero una soddisfazione impressionante”.

“Inoltre, io penso che la chiave della promozione è stata il gruppo di giocatori, con quattro Under 21 italiani, e un allenatore di primo livello”.

“Il club ha saputo valorizzare il mio lavoro e la mia esperienza. Si parla molto dell’aspetto tecnologico, tecnico e statistico, ma il calcio ha una componente emozionale. Due più due non fa sempre quattro, a volte può fare anche cinque o tre. Bisogna anche essere degli artisti”.