Il Qatar, la nazionale artificiale “più preparata al mondo”

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(Photo by MUNIR UZ ZAMAN/AFP via Getty Images)

Polemiche, discussioni, controversie, c’è tanto di conosciuto e ancor di più di sconosciuto nei Mondiali in Qatar. Il tutto, però, ha un non so che di affascinante, seppur per molti versi “oscuro”. A destare curiosità non può non essere la nazionale della “Al-Annabi”, che ormai è arrivata al fatidico giorno dell’esordio con tenacia e voglia di stupire. I grossi investimenti del piccolo emirato, non sono solo volti alle infrastrutture, bensì anche sulla nazionale del Qatar stesso: una formazione “artificiale”, un vestito cucito e ricamato su misura per il Mondiale, frutto di anni di sperimentazione e progettazione.

“Aspire”: la creazione artificiale della nazionale del Qatar

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(Photo by KARIM JAAFAR/AFP via Getty Images)

Per ripercorrere la storia della costruzione della nazionale qatariota, bisogna fare un lungo salto all’indietro: al lontano 2004. In tale annata è stata fondata “Aspire”, una vera e propria accademia di scienza dello sport, un centro sportivo di 290mila metri quadri, la cui sola costruzione è costata la bellezza di un miliardo e trecento milioni di dollari. Una delle anime del progetto di Doha è l’italiano Valter Di Salvo, che ha definito così il progetto: “Aspire è un’accademia della Nazionale, un vero college per i migliori giovani qatarioti, che studiano e si allenano, giocando nei club nel fine settimana. Così è cresciuta una generazione di giocatori, diventando una squadra competitiva”.

Ma di cosa si occupa Aspire? Oltre a formare, allenare ed istruire i giovani calciatori qatarioti, si occupa di accelerare le pratiche di naturalizzazione dei calciatori stranieri. Tale piattaforma ha permesso dunque al Qatar di aumentare l’attività di scouting tra Africa, Asia e Sud America, con l’obiettivo di naturalizzare i giovanissimi ed aumentare il bacino d’utenza della nazionale. Nel piccolo emirato del Golfo Persico si è dunque andati incontro ad una vera e propria nazionalizzazione di stranieri in qatarioti. In fondo il Qatar conta poco più di tre milioni di abitanti…con una cultura calcistica praticamente inesistente.

Sono solo 7 i “qatarini” presenti nella Nazionale

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(Photo by KARIM JAAFAR/AFP via Getty Images)

Oggi fa discutere la scarsa presenza di qatarioti veri e propri nella “Al-Annabi”, ma per il Qatar è, come già descritto, un progetto iniziato da anni orsono. Nella rosa dei Mondiali sono solo sette i giocatori nati e cresciuti in Qatar, mentre sono quattro i naturalizzati. E gli altri calciatori? Sono tutti provenienti da altre comunità arabe, arrivate nel piccolo emirato da bambini o nati a Doha.

Un chiaro esempio può essere il bomber Almoez Ali, perno offensivo della formazione. Ali, infatti, è il più limpido esempio della funzionalità di “Aspire”. Il classe ’96 è arrivato in Qatar dal Sudan alla tenera età di sette anni. A dodici è poi entrato a far parte della innovativa piattaforma. In seguito il calciatore è stato girato all’Eupen (club belga acquisito dalla famiglia reale per farne un vero e proprio incubatore di talenti) e in altre squadre europee.

Occhio alle sorprese: il Qatar si prepara al Mondiale da settembre

Le sorprese della “Al-Annabi” non finiscono qui. La nazionale dell’emirato è pronta ad esordire con l’Ecuador e a ben figurare in un Mondiale dove non vorrà essere la classica squadra cuscinetto. La formazione allenata da Felix Sanchez Bas, tecnico catalano, ex allenatore del settore giovanile del Barcellona si sta preparando da settembre alla competizione. Appositamente per l’occasione, la nazionale del Qatar ha bloccato il campionato locale a metà settembre per richiamare tutti i nazionali per prepararsi alla Coppa del Mondo, come una squadra di club. Alcuni giocatori hanno addirittura lasciato il loro club di appartenenza al termine della scorsa stagione per concentrarsi solo sulla nazionale.

Attenzione dunque a non sottovalutare i qatarioti: stiamo parlando di una squadra capace di vincere la Coppa d’Asia nel 2019, battendo una super potenza asiatica come il Giappone in finale. La formazione di Felix Sanchez Bas è pronta a dire la sua in uno dei Mondiali più controversi e discussi della storia. La squadra “creata in laboratorio” è pronta a stupire.