Italia, Tonali: “Tutti devono sentirsi parte del gruppo Azzurro”

Italia Tonali

(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Giornata di vigilia in casa della Nazionale. Domani è il giorno di Inghilterra-Italia valida per la Lega A della Nations League. A poco più di ventiquattro ore dal match contro gli inglesi, in conferenza stampa oltre al commissario tecnico Roberto Mancini, ha parlato anche Sandro Tonali. Di seguito ecco un estratto delle sue dichiarazioni riportate dai colleghi di Tuttomercatoweb.

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(Photo by OLI SCARFF/AFP via Getty Images)

Italia, Tonali: “Non mi sento un leader”

“In questo momento non mi voglio sentire leader, è un momento delicato per tutta la squadra. Bisogna essere uniti, non solo per me ma per i più giovani che vengono per le prime volte qui. Bisogna far sentire tutti dentro la squadra senza avere un vero e proprio leader, tutti devono sentirsi parte del gruppo”.

Vi inginocchierete come gli inglesi?
“Sì, ne abbiamo parlato con la squadra oggi. Lo faremo come gesto di rispetto nei loro confronti, ci inginocchieremo”.

Quanto i due anni al Milan ti hanno cambiato la vita anche in chiave Nazionale?
“Parecchio. Se penso allo scorso anno, dico che mi è cambiato parecchio. Giocare una stagione da titolare al Milan, giocare a un livello più alto della scorsa stagione mi ha aiutato parecchio. L’idea è proseguire così, per la Nazionale e per il Milan. Ora l’Italia è la cosa più importante, poi quando sarò al Milan la cosa più importante sarà il Milan”.

Che giocatore ti senti? In cosa ti senti migliorato?
“In campo non ci sono difetti e pregi, è cambiata solo la fiducia nel giocare e la spensieratezza. Sembra una piccolissima cosa ma in campo ti cambia tutto, da fuori possono sembrare piccole ma possono davvero cambiare tutto”.

Stai al Milan come Barella sta all’Inter. Possiamo pensare di rivivere un dualismo tipo Mazzola-Rivera o è una cosa un po’ troppo grande?
“Non credo. La prima volta che sono venuto in Nazionale ero a Brescia e lui era già con l’Italia. Ho fatto il passaggio al Milan, ma ci vogliamo bene e quando veniamo in Nazionale siamo due compagni. Nei club quando giochiamo contro cambia tutto, ma alla fine della partita resta un mio compagno di Nazionale e un mio amico”.

Sei stato paragonato a Gerrard, cosa pensi di avere in comune con lui?
“Non vorrei dire nulla. Ma un ricordo che ho di lui è in una finale, quindi meglio non dire niente. Sicuramente mi fa solo piacere dire queste cose e non voglio in questo momento paragonarmi con nessuno”.