Spezia, Motta: “Rigore? Mi aspetto le scuse come ad altre società”

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(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Lo Spezia cade in casa contro la Roma al minuto 99. Il rigore di Abraham ha gelato tutto il Picco, dopo che gli uomini di Thiago Motta hanno giocato tutto il secondo tempo in dieci uomini per l’espulsione di Amian. Ai microfoni di DAZN l’allenatore degli spezini ha commentato la sconfitta.

Spezia, le parole di Motta

Undici contro undici con la Roma non è facile, poi in dieci anche meno. Nel secondo tempo ci siamo tolti un po’ di pressione, cercando di palleggiare e segnare e sono orgoglioso dei miei ragazzi per quanto fatto oggi. Dobbiamo continuare così”.

Sul rigore al 99′: “Il rigore e quello che è successo oggi, mi aspetto le scuse come successo ad altre società”.

Rosso ad Amian: “La manata in faccia, secondo l’arbitro è stata giallo. L’arbitro mi ha detto che se quando giocavo mi piaceva prendere le manate in faccia. Dopo ho avuto modo di parlarci e io gli ho detto che ho perso una finale di Champions per una simulazione come ha fatto il giocatore della Roma. I giocatori non aiutano, poi c’è stata confusione nella squadra arbitrale. La responsabilità è di tutti, io mi ci metto sempre dentro. Inter-Liverpool in Champions è stata uno spettacolo, ma anche per la correttezza in campo dei giocatori e per gli arbitri. In questo momento mi aspetto le scuse allo Spezia Calcio”.

Sfruttare meglio i contropiedi: “Sono le cose che dobbiamo migliorare per le prossime partite. Lo abbiamo fatto in dieci oggi, lo dovremo fare anche in undici. Quando affrontiamo le big loro attaccano, ma perché sono abituati e hanno grande qualità. Noi abbiamo le nostre qualità, dobbiamo attaccare l’avversario senza pensare a sbagliare. Lo abbiamo dimostrato nel secondo tempo. È giusto il commento sugli episodi, ma alla fine io per primo sono qui per imparare. Ho l’umiltà di sapere che devo migliorare, ma vorrei vedere dalle altre parti il capire gli errori. Chi è lì per gestire certe situazioni non deve essere protagonista, perché è sempre stato così. Questo è il calcio, i protagonisti sono i giocatori e li dobbiamo far fare i protagonisti. Oggi non sono un calciatore, sono un allenatore, mi metto in secondo piano. In certi momenti qualcuno pensa di fare il protagonisti e non va bene”.