Lazio-Torino: Quer pasticciaccio brutto de via Rossellini

Il pasticciaccio della Lega Serie A

Il pasticciaccio della Lega Serie A

Ci perdonerà, da lassù, Carlo Emilio Gadda se prendiamo in prestito, a sproposito, il titolo di un suo capolavoro. Ma quello imbastito da via Rossellini, sede milanese della Lega Serie A, è davvero un pasticciaccio, non sapremmo come altro definirlo. Per tutta la giornata di ieri, tifosi e addetti ai lavori sono stati in spasmodica attesa di un segnale, un chiarimento, una qualche novità. Ma niente: avere certezze sul destino di Lazio-Torino, ieri, pareva una missione impossibile. L’unica a parlare, in maniera piuttosto precisa, è stata la Asl di Torino: il gruppo squadra resta in isolamento fino alle 24 di oggi. Ergo, la partita non si può giocare, certo non oggi pomeriggio, come prevede il calendario.

Un sillogismo piuttosto semplice: se i granata non possono muoversi, e la partita è a Roma, la partita non si gioca. Ora, si sono detti tutti, non resta che aspettare la comunicazione della Lega. Che, però, deve fare i conti con un protocollo che, a ben guardare, non permette il rinvio di due partite consecutive. A meno che i positivi al Covid-19 tra i giocatori non siano dieci o più. Non è questo il caso, per cui il calendario resta com’è. Ma la partita non si giocherà. Il precedente di ottobre, quando il Napoli fu fermato dalla Asl e non scese in campo contro la Juventus, ha fatto scuola. Ma non nelle stanze della Lega, a quanto pare, dove il pasticciaccio prende forma.

Nessuna comunicazione ufficiale, la Lazio stasera scenderà in campo, riproponendo la stessa scena triste vista allo Juventus Stadium. Una squadra sì e una no, con la cinquina arbitrale a prendere atto dell’ovvio. I prossimi step li sappiamo già: vittoria 3-0 a tavolino per la squadra di Inzaghi, ricorso del Torino, e partita che si recupererà appena possibile. E il protocollo? Un pasticciaccio, appunto, perché funziona a patto che non accada nulla di “eccezionale”. Ossia una situazione che in effetti si era già verificata, e che vanifica, per la seconda volta, la validità di una regola che il calcio si era dato proprio per assicurarsi una certa indipendenza.

Nel rapporto con le autorità sanitarie, però, diventa impossibile sostenere la superiorità del protocollo, che come ogni legge ed ogni norma è soggetto ad interpretazioni. E poco importa che le Asl si muovano in maniera del tutto indipendente l’una dall’altra. Permettendo, ad esempio, al Genoa di andare a giocare a Napoli con due positivi, ma non al Napoli di andare a Torino. Si dirà: è la variante inglese a destare preoccupazione. E non c’è alcun dubbio che sia così, nessuno crede alle Asl come strumento degli interesse dei club. Però, l’incapacità della Lega di prevedere e gestire una situazione già vista, esponendo la Serie A, la Lazio e il Torino al pubblico ludibrio, per la seconda volta in un campionato, è un pasticciaccio.

Che poteva e doveva essere risolto già da un po’, non lasciando tutti appesi alle dichiarazioni del presidente della Lega Serie A Dal Pino che, di fatto, ieri pomeriggio non aveva ancora sbrogliato la matassa: “Per noi la partita si deve giocare, ma se la Asl ha un atteggiamento estremamente duro e restrittivo, dobbiamo valutare sulla base di quella che purtroppo è stata la decisione del Collegio di Garanzia del Coni, che su Juventus-Napoli ha creato un precedente di giurisprudenza”. Al momento, Lazio-Torino è ancora in calendario.